La memoria e i profumi della Sicilia natia, il rigore e l'internazionalità della Zurigo degli anni ‘80 e ‘90 , l'estro e la creatività innati, la passione per la botanica, la ricerca dell'originalità sempre e comunque...
Tutto questo si fonde nel mio luogo del cuore. Una trattoria “moderna” dove tutto quello che ho assorbito in oltre 30 anni di lavoro si esalta e trova la sua naturale espressione.
Tutti i miei piatti sono ispirati dai ricordi.
Ricordi d’infanzia, ad esempio hanno ispirato la mia “cuccia”.
Nella tradizione siciliana, si mangia la cuccia in ricordo di una
terribile carestia che a maggio del 1646 portò fame e miseria
nell'isola.
Allora i contadini ed il popolo siciliano chiesero una supplica a Santa
Lucia, la quale per sua intercessione fece arrivare una nave carica di
grano nel porto di Siracusa, mentre una colomba bianca entrava in
cattedrale come per avvisare del miracolo in atto, che sfamò parte del
popolo siciliano.
In ricordo di ciò, ogni anno, il 13 di dicembre rimane usanza mangiare
grano bollito, condito con ricotta e perle di cioccolato o con miele e
olio o con vino cotto, ceci fave e carrube.
L’aggiunta del mio ingrediente segreto l’ha resa più contemporanea,
ma rimane sempre e comunque, il mio dolce delle feste.
Una persona non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene.